Educazione della voce

Linguaggio ed espressione nel giornalismo televisivo

Problemi generalizzati:
- monotonia
- voce spinta
- vacillamento del senso dovuto ad errate appoggiature
Conseguenze:
- inespressività, allontanamento dell'ascoltatore
- usura della voce e fastidio nell'ascoltatore
- incoerenza, perdita di fuoco nei concetti e negli obiettivi
Ipotesi di lavoro:
Tenuto conto della scarsità di tempo a disposizione, della esiguità degli spazi e della incostanza dei partecipanti, si propone un riscaldamento molto leggero e veloce dell'apparato respiratorio, risuonatorio e vocale, globalmente impostato sul rilassamento.

- da seduti, piedi sotto le ginocchia, busto eretto, testa rilasciata in avanti, abbracciare il torace a braccia incrociate e respirare pensando di inviare l'aria nelle mani.
- espirare con suono sibilante di durata sempre maggiore.
- cadere in avanti sulle ginocchia e originare il suono di testa, "hum", che viaggi per tutta l'estensione possibile (fronte, occhi, naso, bocca, petto), senza soluzione di continuità nel respiro.
- vocalizzare molto piano da naso e bocca un suono vocalico aperto.
- automassaggio dei seni di risonanza e riscaldamento dei muscoli facciali.
- emissione sul fiato di fonemi, parole, brani di testo.
- articolazione e lettura espressiva.

Il piano di lavoro suindicato consiste in un riscaldamento di base della durata di pochi minuti molto utile per chiunque si accinga ad utilizzare la voce a scopo professionale. Un allenamento simile, se praticato con serietà e regolarità, può migliorare la nostra qualità di esposizione al punto da ovviare automaticamente a tutti i vizi ed i difetti particolari. Personalmente condivido il principio per cui è meglio operare sulla complessità dell'individuo che non su ogni singolo disturbo analizzato indipendentemente dal contesto. Nel caso dei giornalisti, come di tutte quelle persone che diffidano della rieducazione, credo sia d'uopo astenersi dalla critica e da una diagnosi spietata della loro resa sul lavoro. Piuttosto cercherei di offrire loro qualche strumento concreto, valido a prepararli meglio al momento del loro impegno, quale appunto il riscaldamento breve (nel caso non lo conoscano già). Il presupposto di base da chiarire il più presto possibile è che si lavora con la persona e per la persona, non contro la persona ed i suoi difetti; che il poco lavoro che si svolge presso di loro non è mirato a modificare il loro approccio alla comunicazione bensì a migliorare la loro condizione psicofisica in rapporto al problema del parlare e quindi a migliorare la loro efficacia espressiva. Nella fattispecie i giornalisti televisivi vivono sul lavoro in un inveterato regime di stress, per cui anche un semplice rilassamento di cinque minuti può sensibilmente giovare al loro stato di salute personale e professionale.

Nelle mie precedenti esperienze di lavoro ho imparato che in certi casi se si vuole vendere un prodotto non si deve cercare di imporlo a tutti i costi, aggredendo chi ci sta davanti; ma piuttosto, ponendosi ad una giusta distanza dal cliente, accattivare la sua attenzione e guadagnare, con garbo e diplomazia, la sua stima e la sua fiducia. Se, in certe occasioni, è necessaria la figura di un leader, altre volte è richiesta una presenza più anonima e discreta, attenta e capace ma meno interventista.

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